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Dolomiti del Brenta: racconti di un viandante tra vette e silenzi

Correva l’anno 2013,
In un momento di piena solitudine, alla soglia dei miei 30 anni, decido di prendere il primo treno che mi avrebbe portato verso Trento. Un autobus mi avrebbe poi condotto a risalire la Val Rendena, fino ad arrivare nella frazione di Pinzolo più famosa e rinomata: Madonna di Campiglio.
Campiglio mi accoglie con le sue guglie delle Dolomiti del Brenta, la cui Cima Tosa si staglia oltre ogni altra vetta. Il giorno prima di effettuare la mia risalita al Brenta, cerco di ammirare lo skyline dal lato opposto. Percorro il sentiero dei Cinque Laghi, partendo dal lago Ritort, lago Gelato, lago Nambrone, e scendo al rifugio Pradalago, dove mi preparo a passare la prima notte in quel luogo magico e meraviglioso.
 
Le guglie dolomitiche si riflettono nel lago che, al tramonto, assume una colorazione che varia fra il glicine, il lilla e il rosa…o almeno è ciò che percepiscono i miei occhi intrisi di daltonismo. Però, credetemi: era un tramonto superlativo.
Il giorno dopo decido di scendere a piedi verso Malga Zeledria, passando per il lago delle Malghette. Arrivo al Campo Carlo Magno e prendo la funivia del Grosté.
 
È qualcosa di incredibile ciò che mi appresto a fare: dopo aver camminato calpestando antiche lave che oggi costituiscono il granito dell’Adamello, mi ritrovo, poco dopo, a camminare su antichi fondali marini che oggi compongono la dolomia del Brenta.
Il versante dolomitico lo attraverso tutto. Scorgo vari alpinisti in ferrata lungo le Bocchette, ma non è quello il mio viaggio, almeno quella volta. Non è quello!
Dopo vari sali e scendi, il Rifugio Tuckett mi appare come un miraggio.
Vedo scendere vari ragazzi con funi e caschetti dalle omonime bocche. Li immagino su quelle guglie ad ammirare paesaggi… ma il mio sentiero non conosce sosta: proseguo dritto ed arrivo ai BrenteI, giusto in tempo per scampare una forte grandinata.
Mi siedo al tavolo del vecchio rifugio, ammirando un grande nevaio che scende dalle relative bocche. E, fra una chiacchiera e l’altra con due ragazzi friulani, il tempo scorre. Scampato il peggio del maltempo, riprendo il mio sentiero.

Mi porta verso le Bocche di Brenta. Seguo una guida alpina: è con dei clienti russi. Provo a seguirne i passi ed, arrivato alle Bocche, a circa 2600 metri, decido di sorpassarli. I suoi clienti, un po’ stremati, lo costringono a rallentare. Io ormai ci sono e raggiungo il Rifugio Pedrotti: un must delle Dolomiti, un must per molti alpinisti d’Italia, che ha fatto la storia dell’alpinismo nel mondo.. Da lì partono varie ferrate e vie alpinistiche che raggiungono il Crozzon di Brenta, la Cima Tosa e il Campanil Alto.

Una meraviglia da restare estasiati!
 
Incredibile ma vero: faccio amicizia con la guida alpina che conduceva i due alpinisti russi. Scambiamo qualche parola e un numero di telefono. È originario di Andalo, dal lato opposto del Brenta.
Il giorno dopo si riscende su quel versante: io verso Molveno, lui rientra a casa.
Anni dopo sarà lui stesso a condurmi su quelle ferrate… e saranno giorni indimenticabili!
Da questa storia, da questa autentica storia, nasce il nostro tour escursionistico alle Dolomiti del Brenta, così come lo ritrovate nel nostro programma: con l’escursione al Sentiero dei Cinque Laghi, il giro del lago delle Malghette, Malga Zeledria, la zona di Campo Carlo Magno, e poi la risalita in funivia all’altopiano del Grosté fino al Rifugio Tuckett, con discesa verso il Rifugio Casinei e le Cascate di Vallesinella.
Scenari unici che mi hanno riempito il cuore e che oggi, per molti che pensano che io sia solo amante del mare, mi danno modo di raccontarvi di una vera e propria gioia che nutro verso la montagna, una passione che mi ha insegnato a guardare sempre più lontano e che ha formato l’uomo che sono, anche grazie allo scoutismo…
 
Adriano De Falco
📅 A settembre ci torniamo!
Dal giorno 8 al giorno 12
📍 Dolomiti del Brenta – Madonna di Campiglio
 
Programma Dolomiti del Brenta: Link 
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